per realizzare l'Azione I Binari del Gusto.
Renzo Lupatin, direttore del network l'Altratavola, sta lavorando ad un progetto di circuito nazionale ed europeo sulle ferrovie dimenticate, che verrà presentato in maggio a Milano.
La prima riflessione parte dal Nordest, con la Vaca Mora.
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“Vaca mora” era il termine popolare con cui veniva chiamato il trenino
a vapore
che si arrampicava sbuffando dalla pianura vicentina fin sull’Altopiano di
Asiago; più in generale il termine andò ad identificare i treni a vapore di
montagna, alcuni dotati
di cremagliera. Una curiosità che potrebbe spiegare un appellativo così singolare come “vaca mora” viene raccontata da Chiericato e Gasparella nel loro libro1: nel secondo dopoguerra, era consuetudine che i mariti facoltosi mandassero le consorti in villeggiatura ad Asiago per trascorrere le famose settimane bianche. I mariti, impegnati nel loro lavoro, rimanevano però a casa, così “affidavano” le loro gentili signore ai maestri di sci perché imparassero questa attività di svago. Quando i sabati successivi i mariti salivano in treno all’Altopiano per riportare a casa le mogli, qualche ferroviere burlone si inventò di porre una traversina in ferro sul fumaiolo della locomotiva; in questo modo il fumo, uscendo, si biforcava a mò di corna… Il tratto di ferrovia tra le stazioni di Cogollo e di Campiello della Rocchette-Asiago era provvisto di cremagliera per far superare al treno un dislivello di quasi 700 metri in poco più di 6 Km. Nell’impegnare questo tragitto il treno avanzava con grande fatica e molto lentamente a circa 10 Km/h. Qui “i giovani baldanzosi, volendo far vedere agli amici e alle ragazze il loro coraggio, scendevano dal treno” in movimento, “andavano a raccogliere un fiore e poi di corsa riuscivano a risalire nell’ultima carrozza con il fiatone e consegnavano l’omaggio alla ragazza più bella con un grande inchino” 2. Alla stazione di Schio, nel giorno di Pasqua, i ferrovieri spingevano una carrozza in leggera salita dove si fermava il binario a scartamento ridotto. Lì bloccavano il vagone e fissavano lungo i binari i petardi normalmente utilizzati in caso di nebbia. “Alle 10 circa, quando dal Duomo di San Pietro arrivava il primo scampanìo del Gloria, un ferroviere allentava il freno a mano e lasciava libera la carrozza che scendeva dalla leggera pendenza facendo esplodere i petardi con un fragore udibile in tutta la città”. I bimbi potevano stare seduti entro la carrozza mentre “arrivava lentamente in fondo alla discesa, avvolta dal fumo, tra gli applausi degli scledensi che assistevano quasi ad un rito” 3 1 - Chiericato G. e Gasparella G. (1995), Ferrovia a cremagliera Rocchette-Asiago (La più ardita ed alta d’Italia), Asiago, Edizioni Bonomo, p.78 2 - ibidem, p.76. 3 - Piazza Giuseppe (2008), Con gli occhi di un bambino, Schio, Edizioni Menin, p.132. Il fumo, uscendo dal fumaiolo, si, biforca a mò di corna…! Foto Bonomo Sciatori nel bosco di Cesuna. Foto Bonomo Cartolina Vacamora Asiago - Foto Bonomo Ferrovia a cremagliera Rocchette Asiago - Foto Bonomo |
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